Tutto quello che devi sapere sulle vie di esodo: cosa sono, normativa di riferimento, caratteristiche e planimetria

Le vie di esodo sono un elemento fondamentale nella progettazione e gestione della sicurezza degli edifici. In situazioni di emergenza, come incendi, terremoti o altre calamità, garantire un’evacuazione rapida e sicura è fondamentale per proteggere la vita degli occupanti. La corretta pianificazione delle vie di esodo, la loro segnalazione adeguata e l’adozione di misure di sicurezza specifiche sono aspetti essenziali per ridurre i rischi e prevenire incidenti.

Vie di esodo: cosa sono?
La finalità del sistema d’esodo è quello di assicurare che gli occupanti dell’attività possano raggiungere un luogo sicuro o permanere al sicuro, autonomamente o con assistenza, prima che l’incendio determini condizioni incapacitanti negli ambiti dell’attività ove si trovano.

Possiamo affermare che le vie di esodo sono una misura di protezione passiva antincendio, insieme a tutti gli elementi che costituiscono il sistema di esodo (porte, varchi, uscite finali, corridoi, scale, rampe, ecc.) e che si concludono al raggiungimento di un luogo sicuro. Se vogliamo dare una definizione di vie di esodo per capirne ancor meglio il significato, ci dobbiamo riferire al D.L.gs. 81/2008 che le definisce un percorso senza ostacoli al deflusso che consente alle persone che occupano un edificio o un locale di raggiungere un luogo sicuro dagli effetti determinati dall’incendio o altre situazioni di emergenza.

Le modalità di esodo
Le modalità previste per l’esodo sono:

esodo simultaneo;
esodo per fasi: si attua ad esempio in edifici di grande altezza (ospedali, multisale, centri commerciali, grandi uffici, attività distribuite, attività con profilo di rischio Rambiente significativo);
esodo orizzontale progressivo: si attua ad esempio nei reparti di degenza degli ospedali;
protezione sul posto: si attua ad esempio in centri commerciali, mall, aerostazioni.
Vie di esodo: normativa di riferimento
La normativa che regola le vie di esodo include prescrizioni riguardanti la progettazione, la segnaletica e la gestione delle vie di fuga. I principali riferimenti sono:

il D.Lgs. 81/2008 (Testo Unico sulla Sicurezza sul Lavoro);
il D.M. 03/08/2015 (Codice di prevenzione incendi);
UNI EN 1838: requisiti per l’illuminazione di emergenza;
UNI EN 1125: requisiti per i dispositivi antipanico per uscite di emergenza;
UNI EN 179: dispositivi per uscite di emergenza ad azionamento manuale.
Nello specifico, la misura S.4 del Codice fornisce una visione integrata per affrontare le problematiche legate all’esodo nella prevenzione incendi.

La misura S.4 definisce l’esodo come “sistema”: un’integrazione di parti componenti ed interagenti, la cui finalità è quella di consentire agli occupanti di una attività di raggiungere una posizione in cui gli effetti dell’incendio non arrecano danno. Tale posizione è rappresentata o da un luogo sicuro da raggiungere o da una posizione sicura interna all’attività.

Assicurarsi che le vie di esodo siano conformi alle normative è essenziale non solo per evitare sanzioni legali, ma soprattutto per garantire la sicurezza delle persone in caso di emergenza. La progettazione e la gestione delle vie di esodo devono essere effettuate con cura, tenendo in considerazione tutte le prescrizioni normative e le best practice del settore.

Come devono essere le vie di esodo?
Come bisogna tenere le vie di esodo e di circolazione? Le vie e le uscite di emergenza devono rimanere sgombre e consentire di raggiungere il più rapidamente possibile un luogo sicuro. In caso di pericolo tutti i posti di lavoro devono poter essere evacuati rapidamente e in piena sicurezza da parte dei lavoratori. Come vengono segnalate le vie di fuga? È consigliabile utilizzare cartelli fotoluminescenti che includano pittogrammi, scritte e frecce direzionali. Anche i nastri fotoluminescenti possono essere molto utili, poiché mettono in evidenza non solo il percorso da seguire, ma anche la presenza di eventuali ostacoli, come gradini o pilastri.

Non devono essere considerati, come vie di esodo, i seguenti percorsi:

scale portatili;
ascensori;
rampe con pendenza superiore al 20%.

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La progettazione delle vie di esodo
La progettazione delle vie di esodo è un aspetto fondamentale nella pianificazione degli edifici per garantire la sicurezza degli occupanti in caso di emergenza. Le vie di esodo devono essere progettate in modo da permettere un’evacuazione rapida e sicura, riducendo al minimo i rischi derivanti da un incendio o altre situazioni di pericolo. Le vie di esodo sono considerate indipendenti quando la probabilità che vengano rese inutilizzabili simultaneamente dagli effetti di un incendio è minimizzata. Al fine di limitare la probabilità che l’esodo degli occupanti sia impedito dall’incendio, devono essere previste almeno 2 vie d’esodo indipendenti.

Il numero minimo di vie di esodo indipendenti varia in base al profilo di rischio dell’edificio e al numero di occupanti. Ad esempio:

per aree con oltre 500 occupanti, sono necessarie almeno 3 uscite indipendenti;
per aree con più di 150 occupanti e densità di affollamento superiore a 0,4 persone per metro quadrato, sono richieste 2 uscite indipendenti;
nei casi ammessi, è possibile utilizzare corridoi ciechi, purché rispettino le specifiche norme di sicurezza.
Misure vie di esodo: altezza e lunghezza
La lunghezza dei corridoi ciechi e delle vie di esodo deve essere calcolata accuratamente, partendo dal punto in cui si trova ciascun occupante all’interno del locale. I corridoi ciechi sono ammessi solo se rispettano le prescrizioni di sicurezza che garantiscono che l’evacuazione possa avvenire senza ostacoli.

Il numero, la distribuzione e le dimensioni delle vie e delle uscite di emergenza devono essere adeguati alle dimensioni dei luoghi di lavoro, alla loro ubicazione, alla loro destinazione d’uso, alle attrezzature in essi installate, nonché al numero massimo di persone che possono essere presenti in detti luoghi.

Le vie e le uscite di emergenza devono avere:

un’altezza minima di 2 metri;
una larghezza minima conforme alla normativa vigente in materia antincendio. Nello specifico la larghezza delle vie di esodo è la minima misurata, dal piano di calpestio
fino all’altezza di 2 m, deducendo l’ingombro di eventuali elementi sporgenti con esclusione degli estintori. Tra gli elementi sporgenti non vanno considerati i corrimani e i dispositivi di apertura delle porte con sporgenza ≤ 80 mm. La larghezza delle vie d’esodo deve essere valutata lungo tutta la via d’esodo.
Sono ammesse altezze inferiori, per brevi tratti segnalati, lungo le vie d’esodo da ambiti ove vi sia esclusiva presenza di personale specificamente formato od occasionale e di breve durata di un numero limitato di occupanti (es. locali impianti o di servizio, piccoli depositi, …), oppure secondo le risultanze di specifica valutazione del rischio.

Vie di esodo orizzontali: larghezza minima
Secondo il codice di prevenzione incendi la larghezza minima LO della via d’esodo orizzontale (es. corridoio, porta, uscita, …), che consente il regolare esodo degli occupanti che la impiegano, è calcolata come segue:

LO = LU · nO

dove:

LO è la larghezza minima della via d’esodo orizzontale [mm];
LU è la larghezza unitaria per le vie d’esodo orizzontali in funzione del profilo di rischio Rvita di riferimento [mm/persona];
nO è il numero degli occupanti che impiegano tale via d’esodo orizzontale, nelle condizioni d’esodo più gravose.
La larghezza LO può essere suddivisa tra più percorsi.

Vie di esodo verticali
La larghezza minima della via di esodo verticale, che consente il regolare esodo degli occupanti che la impiegano, è calcolata in base alla modalità di esodo adottata, che può essere di due tipi:

esodo simultaneo
esodo per fasi
LV = LU · nV

dove:

LV è la larghezza minima della via d’esodo verticale;
LU è la larghezza unitaria in funzione del profilo di rischio Rvita di riferimento e del numero dei piani serviti dalla via d’esodo verticale;
nV è il numero totale degli occupanti che impiegano tale via d’esodo verticale, provenienti dai piani serviti, nelle condizioni d’esodo più gravose, in base alla modalità di esodo.
Grazie al software di simulazione ed evacuazione incendio puoi progettare le vie d’esodo a partire da un file DXF/DWG, da un Raster o da un modello BIM in formato IFC con funzioni di riconoscimento automatico di aree calpestabili, uscite di sicurezza, ostacoli, ecc. Inoltre puoi procedere al calcolo del tempo di evacuazione con l’approccio prestazionale FSE (Fire Safety Engineering).

La verifica della ridondanza delle vie di esodo
La progettazione deve includere una verifica della ridondanza delle vie di esodo per assicurarsi che, in caso di blocco di una via, le altre possano comunque garantire l’evacuazione sicura. La larghezza minima delle vie di esodo orizzontali e verticali deve essere determinata considerando la necessità di evitare il sovraffollamento e facilitare un flusso continuo di persone durante l’evacuazione.

La segnaletica nelle vie di esodo
La segnaletica di sicurezza deve essere chiara e ben visibile, con indicazioni a pavimento retroilluminate o catarifrangenti per guidare gli occupanti verso le uscite in ogni condizione di esercizio dell’attività. In situazioni di affollamento elevato, è importante evitare il controflusso di soccorritori e occupanti lungo le vie di esodo, prevedendo percorsi separati per queste specifiche necessità.

Vie di esodo antincendio: le porte
Qualora le uscite di emergenza siano dotate di porte, queste devono essere apribili nel verso dell’esodo e, qualora siano chiuse, devono poter essere aperte facilmente ed immediatamente da parte di qualsiasi persona che abbia bisogno di utilizzarle in caso di emergenza.

Le vie e le uscite di emergenza, nonché le vie di circolazione e le porte che vi danno accesso non devono essere ostruite da oggetti in modo da poter essere utilizzate in ogni momento senza impedimenti. Le vie e le uscite di emergenza devono essere evidenziate da apposita segnaletica, conforme alle disposizioni vigenti, durevole e collocata in luoghi appropriati.

Requisiti di sicurezza per le vie di esodo e aperture nei luoghi di lavoro
Le vie e le uscite di emergenza che richiedono un’illuminazione devono essere dotate di un’illuminazione di sicurezza di intensità sufficiente, che entri in funzione in caso di guasto dell’impianto elettrico.

Gli edifici che sono costruiti o adattati interamente per le lavorazioni che presentano pericoli di esplosioni o specifici rischi di incendio alle quali sono adibiti più di 5 lavoratori devono avere almeno 2 scale distinte di facile accesso o rispondere a quanto prescritto dalla specifica normativa antincendio. Le aperture esistenti nel suolo o nel pavimento dei luoghi, degli ambienti di lavoro o di passaggio (comprese le fosse ed i pozzi) devono essere provviste di solide coperture o di parapetti normali, atti ad impedire la caduta di persone. Quando dette misure non siano attuabili, le aperture devono essere munite di apposite segnalazioni di pericolo.

Le aperture nelle pareti, che permettono il passaggio di una persona e che presentano pericolo di caduta per dislivelli superiori ad un metro, devono essere provviste di solida barriera o munite di parapetto normale. Per le finestre sono consentiti parapetti di altezza non minore di cm. 90 quando, in relazione al lavoro eseguito nel locale, non vi siano condizioni di pericolo.

Simulazione evacuazione antincendio e calcolo dei percorsi d’esodo e dei tempi di evacuazione con ExiTus
Simulazione evacuazione antincendio e calcolo dei percorsi d’esodo e dei tempi di evacuazione con ExiTus

Planimetria vie di esodo
Per quanto riguarda la planimetria delle vie di esodo bisogna far riferimento alla UNI ISO 23601, oltre al D.M. 2 settembre 2021. La UNI stabilisce i principi di progettazione delle planimetrie dell’emergenza da esporre che contengono informazioni rilevanti per la sicurezza antincendio, l’esodo, l’evacuazione e il salvataggio degli occupanti della struttura. Secondo il D.M. 2 settembre 2021 l’obbligo delle planimetrie è legato all’obbligo del piano di emergenza (Allegato II p. 2.2 3), ossia:

luoghi di lavoro di piccole dimensioni (Allegato I p.1.2 4/5);
luoghi con misure semplificate ossia esercizi aperti al pubblico ove sono occupati meno di 10 lavoratori e caratterizzati dalla presenza contemporanea di 50 persone (Allegato II p.4 – 1).
Le planimetrie delle vie di esodo hanno un compito importante: ridurre il rischio di incendio fornendo un mezzo per migliorare la formazione e l’istruzione e per ridurre la possibile confusione in situazioni di emergenza. Grazie all’uso della segnaletica di sicurezza, alla codifica a colori e ai requisiti di progettazione specifici, la planimetria stabilisce un metodo comune per illustrare la posizione dell’osservatore in relazione alle vie di fuga stabilite che portano alle uscite di emergenza e l’ubicazione delle attrezzature antincendio e di emergenza vicino/adiacenti alle vie di fuga.

Le planimetrie di emergenza sono parte integrante del sistema di segnaletica di sicurezza di una struttura e svolgono un ruolo importante nel piano di gestione della sicurezza antincendio dell’edificio.

fonte:
https://biblus.acca.it/vie-di-esodo-norme-e-criteri-di-progettazione/