Che cos’è l’aria indoor? Che cos’è l’ambiente indoor? Qual è il principale indicatore della qualità dell’aria indoor?
L’aria indoor è l’aria interna degli edifici. Nell’ultimo periodo abbiamo sentito molto parlare di “qualità dell’aria indoor”, tematica tornata sotto i riflettori anche a causa della pandemia. È di fondamentale importanza respirare aria sana negli ambienti chiusi, soprattutto se si è costretti a rimanervi per molte ore al giorno (basti pensare ad esempio agli uffici).
In questo articolo analizziamo il delicato e complesso argomento dell‘aria indoor a tutto tondo, spiegando cos’è un ambiente indoor, qual è il principale indicatore della qualità dell’aria indoor, come si fa il monitoraggio dell’aria e perché è importante per la salute dell’uomo.
Gli effetti negativi sulla salute dell’uomo sono diversi e di varia entità: i rischi possono variare da lievi a moderati, fino ad arrivare in alcuni casi gravi alla morte. Svolgere un corretto monitoraggio dell’aria interna significa arginare i possibili effetti nocivi per l’uomo e quindi evitare problematiche più o meno gravi. Al riguardo ti consiglio un software piano di manutenzione con il quale elaborare il programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria interna.
Che cosa si intende per ambiente indoor?
L’ambiente indoor è un ambiente confinato, di cui non esiste una vera e propria definizione. Per capire di cosa si tratta bisogna far riferimento alla normativa tecnica internazionale: OSHA 1910.146, OHSA 1926.1200 e il documento NIOSH 80.106.
Un ambiente confinato è adibito a:
abitazione;
uffici pubblici e privati;
strutture comunitarie (ospedali, scuole, caserme, alberghi, banche, ecc.);
locali destinati ad attività ricreative e/o sociali (cinema, bar, ristoranti, negozi, strutture sportive, ecc.);
mezzi di trasporto pubblici e/o privati (auto, treno, aereo, nave, ecc.).
Gli ambienti industriali non rientrano in questa definizione, in quanto la qualità dell’aria indoor è legata strettamente all’attività che viene svolta all’interno.
Che cos’è un ambiente confinato?
Gli ambienti confinati e/o quelli a rischio inquinamento minano in maniera importante la salute dell’uomo. Nello specifico, si parla di ambienti confinati quando ci si trova in ambienti che consentono l’accesso alle persone nonché lo svolgimento di attività (ad esempio lavorative), ma che presentano alcune caratteristiche sfavorevoli ben precise:
vie di accesso e di uscita limitate;
ventilazione poco presente o addirittura assente;
possibili condizioni pericolose per la sicurezza delle persone.
Non avendo a disposizione una vera definizione di questi ambienti, per capire se è presente un rischio, basterà porti alcune domande: l’ambiente in cui ti trovi contiene materiali pericolosi? C’è il rischio di esser schiacciato o seppellito? La struttura dell’edificio può essere considerata essa stessa una trappola? Se le risposte sono affermative, sei in un ambiente confinato potenzialmente pericoloso.
I fattori di rischio in un ambiente confinato sono molteplici, quali ad esempio:
asfissia (mancanza di ossigeno) a causa di: permanenza prolungata/sovraffollamento con scarso ricambio di aria, reazioni chimiche di ossidoriduzione di sostanze;
condizioni microclimatiche sfavorevoli;
esplosione/incendio: con la presenza di gas e vapori infiammabili, liquidi infiammabili, polveri disperse nell’aria in alta concentrazione, eccesso di ossigeno o di ossidanti in genere, macerazione e/o decomposizione di sostanze organiche con auto-riscaldamento della massa fino a raggiungere la propria temperatura di autoaccensione;
intossicazione/avvelenamento: a causa di gas, fumi o vapori velenosi normalmente presenti o che possono penetrare da ambienti circostanti , in relazione all’evaporazione di liquidi o sublimazione di solidi normalmente presenti o che possono improvvisamente riempire gli spazi, o rilasciarvi gas, quando agitati o spostati;
caduta;
investimento/schiacciamento.
Il dpr 177/2011 norma le procedure generali di sicurezza da applicare nei lavori in spazi confinati e/o in ambienti in cui si ha il sospetto di inquinamento. Il decreto ha una finalità ben precisa: limitare gravi rischi sul lavoro dovuti ad accessi poco sicuri o limitati in spazi confinati.
Oltre a definire un ambiente confinato, c’è bisogno di classificarlo. La classificazione si basa sugli aspetti di pericolosità presenti. Ancora una volta dobbiamo far riferimento alla normativa internazionale, nello specifico al documento NIOSH 80.106 che individua vari criteri per poter classificare un ambiente confinato:
le caratteristiche geometriche;
la percentuale di ossigeno presente;
i livelli di esplosività;
la presenza di sostanze tossiche.
Obblighi negli spazi confinati
Vista la particolare pericolosità degli ambienti confinati, è necessario rispettare alcuni obblighi per garantire la salute delle persone:
le imprese e i lavoratori devono effettuare informazione, formazione e addestramento, così da essere sempre pronti ad intervenire in caso di pericolo: tutti devono sapere cosa fare e come farlo; c’è bisogno, poi, anche dello step successivo ovvero della verifica dell’apprendimento di tali misure di sicurezza e l’aggiornamento periodico;
le imprese devono dotare tutti i lavoratori di dispositivi individuali di protezione;
le imprese devono avere all’interno dell’azienda almeno il 30% di personale esperto capace di intervenire in emergenza;
il committente deve informare i lavoratori di eventuali e possibili rischi presenti in azienda;
il datore di lavoro deve vigilare e controllare ogni attività.
Qual è il principale indicatore della qualità dell’aria indoor?
L’aria indoor perviene dall’aria esterna (outdoor) e fa ingresso negli ambienti confinati attraverso la ventilazione naturale o artificiale. Proprio per questo, come vedremo in seguito, la ventilazione gioca un ruolo decisivo per migliorare la qualità dell’aria interna.
La qualità dell’aria indoor è un aspetto cruciale da tenere sempre sotto controllo per assicurare il benessere delle persone. Per determinare la qualità aria indoor, dobbiamo considerare alcuni parametri:
ventilazione: è necessario assicurare un ricircolo di aria negli ambienti chiusi: in una stanza di medie dimensioni, ad esempio, bisogna cambiare l’aria ogni 2 ore. Uno studio condotto da NIOSH (National Institute for Occupational Safety) ha rilevato che quasi la metà degli occupanti di oltre 600 edifici presi in esame hanno riscontrato problemi di salute derivati da una scarsa ventilazione;
percentuale di umidità: è un parametro fondamentale in quanto un tasso troppo elevato di umidità può essere nocivo per la salute. Ti ricordo che l’umidità viene generata anche da attività quotidiane come ad esempio cucinare o fare una doccia;
anidride carbonica: il CO2 è il marker per eccellenza della qualità dell’aria indoor, in quanto è il parametro di riferimento per capire se nell’aria si sono accumulate sostanze inquinanti;
inquinanti nell’aria: possono essere agenti chimici, biologici o fisici.
Monitoraggio aria indoor: come definire il programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria interna all’edificio
Il monitoraggio aria indoor è di fondamentale importanza. Rappresenta lo step necessario per analizzare l’ambiente e scoprire quanto è inquinata l’aria che si respira, in modo da porvi rimedio e ricorrere a strumenti adatti per migliorarne la salubrità.
Il programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria è il documento di analisi della qualità dell’aria negli ambienti confinati, da allegare al piano di manutenzione.
Per effettuare un controllo qualità dell’aria indoor bisogna capire quali e quanti inquinanti sono presenti nell’aria e poi procedere alla misurazione di agenti e microrganismi aerodispersi potenzialmente dannosi per la salute.
Esistono diversi dispositivi per il monitoraggio dotati di sensori molto precisi, in grado di rilevare molteplici tipi di inquinamento ed un numero molto elevato di parametri che possono rendere l’aria poco sana.
Strumenti per monitorare l’aria indoor
Strumenti per monitorare l’aria indoor
I rilevatori elettronici per gas infiammabili e/o tossici, ad esempio, si dividono in 7 tipi, quali:
sensori catalitici;
sensori a conducibilità termica – catarometri;
rivelatori all’infrarosso (IR);
rivelatori a semiconduttore;
rivelatori a fotoionizzazione (Photo Ionization Detectors – PID);
rivelatori a ionizzazione di fiamma (Flame Ionization Detectors – FID);
sensori elettrochimici.
Inquinanti aria indoor
Le sostanze inquinanti sono diverse, così come sono diversi gli effetti generati sull’uomo. Si dividono in 3 categorie:
inquinanti chimici: si presentano sotto forma di gas inorganici emessi o provengono da sorgenti indoor.
inquinanti biologici: possono circolare nell’aria di ambienti chiusi comportando rischi di tipo infettivo, tossico e allergico;
inquinanti fisici: il radon, i campi elettromagnetici (CEM), rumore, ecc.
Il monitoraggio dell’aria è, come abbiamo visto, importantissimo per tenere sotto controllo agenti inquinanti che potrebbero nuocere alla salute dell’uomo. Al riguardo ti consiglio un software piano di manutenzione con il quale generare il programma di monitoraggio e controllo della qualità dell’aria interna.
Fonte:
https://biblus.acca.it/aria-indoor-ambienti-interni-qualita-e-indicatori/